Il freddo fuori dalla finestra inizia a farsi pungente, sei sotto le coperte e più che percepirlo riesci a vederlo, come vedi la primavera quando il sole filtra luminoso tra le fughe delle tapparelle, è la stessa cosa, ma all'opposto e a distanza di sei mesi. Vedi quella luce fioca ma chiarissima e lo capisci.
Quella domenica mattina era proprio così, sentivo il peso del mio barboncino avvolgersi intorno alle mie caviglie. Non è mattiniera come me, e quando la svegli ti guarda arrabbiata. Ma come fai a non ridere guardando un barboncino bianco arrabbiato?
E' una tipica domenica, tipica per quelli come me, che si alzano alle 6 e che cercano avventure e tesori come spinti da una forza esterna. Quella stessa spinta che ti porta dall'altra parte del mondo per vedere un quadro o che ti fa fare ore di coda per un nuovo film o che ti fa litigare con quella signora che ha afferrato insieme a te l'ultimo paio di stivali della tua taglia e super scontati. Sono punti di vista.
Faccio colazione con calma, mi vesto, indosso i miei stivali nuovi (quoto sopra) ed esco. Baby è accanto a me... non è più arrabbiata, ma ha lo sguardo assonnato e sbadiglia.
Fa più freddo del previsto, mi maledico per non aver messo un maglione più pesante, ma poi penso che per una volta sono vicina a casa e posso perdere 10 minuti per tornare indietro.
Ma qualcosa mi ferma, so che devo andare, e con il sesto senso di una donna non si scherza. Salgo in macchina e vado. Dopo 20 minuti arrivo a destinazione. Stanno ancora allestendo. Lo sapevo che il maglione mi averebbe fatto far tardi, maledico per la seconda volta il freddo e scendo.
Inizio a girare tra i banchi vuoti e spogli, per tutti gli altri è ancora presto. Ma io sono in perfetto orario. Arrivo a metà esposizione e vedo qualcosa. Le opere d'arte le riconosci al primo sguardo, sarà la forma, sarà l'aspetto, ma le vedi; vedi l'amore e lo studio dietro ogni linea o curvatura. E' come se brillassero, e la cosa bella è che non tutti riescono a vederlo. Devi essere fortunato, o devi studiare.
Mi avvicino e vedo la scritta Sabattini incisa sulla superficie di queste lenti. Sono felice, le opere di un'artista dopotutto non si spostano mai del tutto dal luogo in cui ha vissuto e creato. Rimangono nascoste nelle soffitte e nelle case di chi quel brillio lo vede.
Chiedo il prezzo, con la nonchalance che ho dovuto imparare negli anni, inizio a sentirmi dire che sicuramente non è argento visto che non c'è il marchio 925 e quindi il prezzo non è alto, mi fa intendere che non ne vale la pena e non capisce il mio interesse. Ma io so perfettamente che è argento, Lino Sabattini è entrato a far parte dei grandi Maestri di Design italiano per le sue capacità di lavorare i metalli e soprattutto l'argento. Come fa a non essere argento?? Vedo avvicinarsi gente. So esattamente cosa vogliono. Hanno visto anche loro quello che avevo visto io. Ma sono arrivata prima e compro tutto (questa è un'altra storia).
Sapevo di essere arrivata in perfetto orario quella mattina.
A presto con il racconto degli altri tesori trovati quella mattina.
Veronica.
P.S. Potete leggere la biografia di Lino Sabattini qui
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